E’ partito di notte per sentieri che lui solo conosce, ha superato fiumi sopra ponti di barche di legno di cemento, ha attraversato valli piccole e grandi, colline e montagne non hanno fermato lui, il portaordini.
E né la pioggia battente e il vento impetuoso, né la tormenta di neve e il gelo pungente, né il sole cocente e l’aria soffocante hanno avuto ragione di lui, il portaordini, che la sete e la fame ha vinto con una borraccia d’acqua e un pane raffermo, arrivando, infine, davanti alla tenda del comando supremo.
Lui, il portaordini, ha una benda all’occhio destro e una fasciatura all’avambraccio sinistro, che tiene al petto per mezzo di una striscia di tela che gli scende dal collo.
Lui, il portaordini, è provato nel fisico, ma è nelle migliori condizioni di spirito guerriero di sempre, perché veterano di cento battaglie e di tutti i fronti di guerra e ora ha il compito di portare l’ordine ultimo del comando supremo ai fanti delle Red Hills, le più lontane trincee.
Ma dalla tenda del comando supremo l’ordine ultimo non viene consegnato e lui, il portaordini, continua a stare sopra la ZKF 37 VIS, la vecchia motocicletta con la quale ha compiuto innumerevoli missioni nelle guerre tra popoli della stessa terra, finite per fare fronte comune contro i nemici del Mondo Oltre.
Così scende la notte e spunta l’alba, il sole sorge e si fa alto nel cielo, viene il crepuscolo, arriva la sera, è notte di nuovo.
Lui, il portaordini, è sempre sopra la vecchia ZKF 37 VIS.
Ora ricorda i camerati, che lo hanno preceduto nello sconfinato sentiero del nulla; ora pensa ai fanti delle Red Hills, che i continui attacchi delle Esistenze Ombra vanno respingendo nelle ridotte delle Lande Terminali; e che sognano di vedere spuntare lui, con l’ordine ultimo di sganciarsi dal nemico, per non diventare i fantasmi memoriali della prima guerra contro il Mondo Oltre.
Antonio Cammarana