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Little Rabbit e Pretty Sparrow. Un tenero canto invernale

Little Rabbit e Pretty Sparrow
Little Rabbit e Pretty Sparrow

Nell’ora d’oro del giorno
che tramonta,
il suono fievole di un flauto di Pan
indietro nel tempo mi riporta,
una volta ancora
in cammino mette la mia mente,
una volta ancora
fa battere il mio cuore
a ricordarmi
giorni felici
che mai più io vivrò ancora,
io che lasciata ho per sempre
la mia dimora.

La mia dimora
lasciata ho io per sempre,
con me portando un canto di dolore,
che nascosto dorme nel mio cuore.

Nel silenzio del mattino
la mia bella se ne andava:
saltellavano gli uccelli sugli alberi,
profumavano le violette nel bosco.

Appresso a un capitano
la mia bella andava:
un languido sopore velava
i miei occhi umidi di pianto.

Tramontava il sole dietro le colline,
splendevano le prime stelle:
per monti e valli correvano
la bella mia e il suo capitano.

Compariva la luna,
sulla terra era placida notte:
primavera nei cuori dei due fuggitivi,
autunno nell’afflitto mio cuore.

Solo un usignolo,
con la soave melodia,
aiuto, a non dire no alla vita,
mi dava.

Cammino del viandante
la mia vita si faceva,
amico della notte
io diventavo,
fredda e avvolgente era la notte
quando io compagne non avevo
la mite primavera la serena estate,
la bianca luna l’argento delle stelle.

Little Rabbit e Pretty Sparrow
feriti, un giorno, sotto un tiglio,
io trovai,
Little Rabbit e Pretty Sparrow
sotto il tiglio, con amore,
io curai.

Bravo era nel ballo
Little Rabbit,
Bravo era nel canto
Pretty Sparrow.

Nelle piazze, nelle fiere, nei mercati
Little Rabbit ballava,
Pretty Sparrow cantava,
il buon pane al mondo io domandavo,
con il buon pane il mondo mi rispondeva.

Pesci nei fiumi
vedemmo nuotare,
uccelli nei campi
vedemmo volare,
io e Little Rabbit e Pretty Sparrow.

Pulita era l’acqua dei fiumi,
pura era l’aria dei campi,
nei fiumi nuotammo,
nei campi corremmo,
io e Little Rabbit e Pretty Sparrow.

Giorni felici
io vissi ancora,
io che lasciata per sempre avevo
la mia dimora.

Giorni felici
io vissi ancora,
zingareschi giorni,
per le strade del mondo,
giorni di Bohéme
con Little Rabbit e Pretty Sparrow.

Nel mio cuore finiva l’autunno,
ma la primavera giammai venne,
né l’estate.

Rossa,
d’inverno,
si fece la neve,
rossa rossa
del sangue di Little Rabbit e di Pretty Sparrow,
nell’ora d’oro del giorno
che tramonta.

Tagliole di frodo
serrarono
Little Rabbit e Pretty Sparrow,
tagliole di frodo
uccisero
Little Rabbit e Pretty Sparrow.

Di rosso fuoco
si colorava il cielo,
prima che la sera grigia,
prima che la notte oscura
ritornassero a farmi da rifugio.

Nelle piazze, nelle fiere, nei mercati
più non balla Little Rabbit,
nelle piazze, nelle fiere, nei mercati
più non canta Pretty Sparrow.

Nei fiumi più non si bagnano,
nei campi più non corrono,
zingareschi giorni, giorni di Bohéme più non vivono
Little Rabbit e Pretty Sparrow.

Nella neve
io ho sepolto Little Rabbit e Pretty Sparrow,
nella neve
io ho sepolto il coniglietto e il passerotto
e il mio cuore.

Una volta ancora
cammino del viandante
la mia vita diventava.
E nella sera grigia, nella notte nera,
il suono fievole di un flauto di Pan
alla mente dolcemente mi portava
il ballo di Little Rabbit,
il canto di Pretty Sparrow,
il coniglietto e il passerotto
morti
nell’ora d’oro del giorno
che tramonta.

Antonio Cammarana

ANGELI – Una ballata lirica dedicata a Giuseppe Gulotta, libero dopo vent’anni

Giuseppe Gulotta

Giuseppe Gulotta, che ha trascorso – incolpevole – oltre vent’anni in carcere, imputato al processo di revisione per la strage di Alcamo Marina in cui vennero uccisi due carabinieri il 27 gennaio 1976, è stato assolto dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, è stato restituito alla libertà.

ANGELI
Viene il tempo in cui il poeta
canta il ritorno del divino
nel mondo.
A.C.

Silenziosa la sorgente ruscèlla,
vicino a me
sopra una pietra del bosco seduto,
mentre pianti lontani di giustizia
portati dal vento
il mio cuore ascolta,
mentre scie luminose
i miei occhi vedono passare
e le ali già mettono all’umana
nostalgia del divino.

Non so
cosa vogliano dire
i punti di luce dentro celle buie,
scie luminose attorno alle nere carceri.
Udii
parlare di angeli,
splendenti di luce dal cielo
discendono,
chi,
condanne ingiuste patisce,
nel silenzio della notte,
soccorrono.

Limpida acqua dalla sorgente ruscèlla,
vicino a me
sopra una pietra del bosco seduto,
vicino a me
pianti lontani di giustizia
portati dal vento
il mio cuore ha sentito;
vicino a me
scie luminose
i miei occhi hanno visto passare
e le ali hanno messo all’umana
nostalgia del divino.

Punti di luce,
dentro celle buie dei carcerati
incolpevoli,
aleggiano,
scie luminose
le nere carceri tutte
circondano,
punti di luce
scie luminose
di angeli più dell’oro splendenti,
punti di luce
scie luminose di angeli
le ali già mettono all’umana
nostalgia del divino
nella terra universa.

Si spengono i punti di luce
dentro le celle buie,
dalle nere carceri
s’alzano scie luminose,
sulla soglia dei luoghi di pena
stanno i carcerati incolpevoli
liberi.
Cantano,
vicino a me
sopra una pietra del bosco seduto,
mentre silenziosa la sorgente ruscèlla,
l’usignolo e l’allodola,
la capinera e il passero,
veloce corre la gazzella,
la segue il cerbiatto,
saltella il coniglio,
si muove il tasso.
Guardano, nel cielo lontano,
i carcerati incolpevoli
liberi
le scie luminose
che angeli precedono e seguono,
angeli
splendenti di luce
che al cielo ascendono,
angeli
splendenti di luce
che dal cielo discesero
per soccorrere,
nel silenzio della notte,
chi
le condanne ingiuste patì
con dolore profondo.

Quieta la sorgente ruscèlla,
vicino a me
sopra una pietra del bosco seduto,
mentre guardo dentro il mio cuore
che le ali già mette all’umana
nostalgia del divino,
mentre ascolto il canto
dell’usignolo e dell’allodola,
della capinera e del passero,
mentre guardo la corsa
della gazzella e del cerbiatto,
i salti del coniglio,
i movimenti del tasso,
mentre il vento mi bagna
con le lacrime felici
dei carcerati incolpevoli,
che al mondo annunziano,
con la riacquistata libertà,
il ritorno di Dio sulla terra universa
per mezzo del canto puro del poeta.

Antonio Cammarana